
Un tavolo odoroso, carta e penna. Scrivere.
La capacità di svuotarmi. E’ questo che mi ha regalato il Corso di pensieri scritti e @lascianca sopratutto. La capacità di ritrovare la Scrittura come metodo per svuotare il marasma che vige dentro di me e poter così fare spazio al nuovo marasma. Non solo, mi ha fatto vedere, attraverso una meravigliosa e spalancata finestra, tutto ciò che c’era al di fuori del mio mondo ormai cristallizzato in ritmi che a volte, anzi il più delle volte, non sono io a determinare.
Mi ha fatto guardare oltre, anche da me stessa, per scoprire un oltre assolutamente e assurdamente illuminato.
Simona Sciancalepore chiede se stiamo usando la scrittura.
Non solo la sto usando ma la sto pensando. Continuamente. La sto interrogando e cercando, la sto ritrovando e sperimentando come fosse qualcosa di assolutamente nuovo eppure così conosciuto da essere un ri-trovamento piuttosto che una scoperta.
La sto usando per dare voce alla mia testa e per rimettere poi tutto a posto. La sto usando per rendere migliori tutte le parole che uso e i modi che scelgo per usarle. La uso ad una mostra di Mirò perché capisco che la creatività è una sola: prima la pensi ma poi la devi fare, fisicamente, sennò rimane incappucciata, monca e sterile.
Ritrovare carta e penna, abbandonati da chissà quanto, capire che tra tutte le cose che scrivi la maggior parte o comunque qualcosa di significativo è brutto ma se arriva la cosa bella, è bella davvero, è quasi una liberazione.
Della mia necessità di controllo, se tutto ciò è reale, vero, condiviso, non rimane quasi più nulla. Scrivo e basta. Poi quel che ne esce è vita. Bella o brutta, ma è la mia.